Smart working, cosa cambia dal 3 maggio. Il Governo ha deciso di eliminare l’obbligo del 50 per cento per la pubblica amministrazione.
ROMA – Smart working, cosa cambia dal 3 maggio. Con l’ultimo decreto proroghe il Governo ha deciso di abolire l’obbligo del 50% per cento per la pubblica amministrazione. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa dice il nuovo provvedimento e quali sono le novità.
Smart working, cosa cambia dal 3 maggio
La revisione del provvedimento rende meno rigida la misura. La pubblica amministrazione dal 3 maggio potrà decidere lo smart working in base alla situazione dei singoli uffici. Quindi in alcuni casi il 50% potrebbe essere confermato, in altri si ritornerà quasi tutti al lavoro nel rispetto delle misure anti-Covid. Queste ultime non sono cambiate e quindi in ufficio bisognerà mantenere almeno un metro di distanza tra le postazioni e tutte le altre norme che sono state stabilite lo scorso anno.
Con questo provvedimento, inoltre, resta la deroga con le modalità semplificate fino al 31 dicembre. Il lavoro agile potrà essere deciso senza la necessità del previo accordo individuale e senza gli oneri informativi a carico della parte datoriale.
Il nuovo piano organizzativo
Nei giorni scorsi è stato definitivo anche il nuovo piano organizzativo per lo smart working. Il Pola mantiene a regime (anche in periodo non emergenziale) il lavoro agile riducendo dal 60% al 15% la misura minima di attività da svolgere da casa. In caso di mancata adozione di questo piano, lo smart working potrà essere svolto da almeno il 15% del personale che presenta richiesta.
Come riportato dal Corriere della Sera, il ministero ha precisato che “il decreto consente implicitamente alle amministrazioni che entro il 31 gennaio 2021 hanno adottato il Pola con le percentuali previste a legislazione allora vigente di modificare il piano alla luce della disciplina sovvenuta“. E sono in corso anche i colloqui per valutare lo smart working nel privato.